Buco nero

Cosa sono i buchi neri ?

Questo articolo da la risposta.

Articolo tratto da Wikipedia.

 

Nella relatività generale si definisce buco nero una regione di spazio da cui nulla, nemmeno la luce, può sfuggire.

 

Classicamente questo avviene attorno ad un corpo celeste estremamente denso. Questo corpo è dotato di un'attrazione gravitazionale talmente elevata da non permettere l'allontanamento di alcunché dalla propria superficie. Questa condizione si ottiene quando la velocità di fuga dalla sua superficie è superiore alla velocità della luce. È giusto dire che la luce subisce in realtà un redshift infinito. Questo spostamento verso il rosso è di origine gravitazionale: la luce perde tutta la sua energia cercando di uscire dalla buca di potenziale di un buco nero. Questo spostamento verso il rosso è di natura diversa rispetto al redshift relativo alla espansione dell'Universo. Questa caratteristica deriva dall'aggettivo "nero", dal momento che un buco nero non può emettere luce. Nessuna particella può sfuggirgli, una volta catturata, da cui risulta appropriato il termine "buco". Un corpo celeste con questa proprietà risulterebbe invisibile e la sua presenza potrebbe essere rilevata solo indirettamente, tramite gli effetti del suo intenso campo gravitazionale. Fino ad oggi sono state raccolte numerose osservazioni astrofisiche che possono essere interpretate (anche se non univocamente) come indicazioni dell'effettiva esistenza di buchi neri nell'universo, come le galassie attive o le binarie X. Il termine "buco nero" è dovuto al fisico John Archibald Wheeler (in precedenza si parlava di dark star o black star).

Oggetti i cui campi gravitazionali sono troppo forti per permettere alla luce di fuggire sono stati teorizzati nel 18 ° secolo da John Michell e Pierre-Simon Laplace . La prima soluzione moderna della relatività generale, che avrebbe caratterizzato un buco nero, è stata trovata da Karl Schwarzschild nel 1916, anche se la sua interpretazione relativa a una regione di spazio da cui nulla può sfuggire è stata pubblicata da David Finkelstein nel 1958. A lungo considerata una curiosità matematica, risale agli anni '60 la dimostrazione teorica che i buchi neri erano una previsione generica della relatività generale. La scoperta successiva delle stelle di neutroni ha suscitato interesse negli oggetti compatti collassati su se stessi per via della loro forza gravitazionale come una possibile realtà astrofisica.

Cenni Storici

Poiché anche nella teoria gravitazionale newtoniana la velocità di fuga dipende dalla massa del corpo in moto nel campo di gravità e dagli spostamenti degli astri che sono presenti nella galassia a cui appartiene il buco nero, già nel 1783 lo scienziato inglese John Michell suggerì in una lettera a Henry Cavendish che la velocità di fuga da un corpo celeste potrebbe risultare superiore alla velocità della luce, dando luogo a quella che egli chiamò una dark star. Nel 1795 Pierre-Simon de Laplace riportò quest'idea nella prima edizione del suo trattato Mécanique céleste.

 

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